Sono pochi quelli che rinunciano al caffè, ma forse non tutti sanno quali sono i pro ed i contro della bevanda
Bere il caffè è molto di più di un’abitudine. Per molti il caffè è un vero e proprio rito: c’è chi ha degli orari specifici in cui non rinuncia mai a questa bevanda, chi invece lo sorseggerebbe a tutte le ore, chi lo preferisce in un determinato modo e chi se lo scolerebbe senza sia dolce che amaro, sia caldo che freddo. Tuttavia, specialmente in Italia, sono poche le persone che riescono a fare a meno di una delle bevande più amate al mondo.
Tazza grande, piccola, al vetro; al bar, o a casa; dalla moka o dalla macchinetta… insomma, ognuno ha la sua preferenza, l’importante è che non si rinunci la caffè. Ma quali sono i suoi effetti? Va chiarito che ogni situazione è a se, ovviamente. C’è chi per via della caffeina dorme meno e quindi lo beve soltanto nelle ore diurne, chi invece non nota differenze e non rinuncia neanche al caffè dopo cena ma di base gli effetti che si palesano con maggiore frequenza sono gli stessi.
Bere caffè, pro e contro
Secondo un nuovo studio pubblicato sul New England Journal of Medicine e riportato dal Corriere della Sera, il caffè avrebbe effetti sorprendenti sui livelli di attività fisica, inducendo le persone a muoversi di più e a percorrere in media mille passi in più al giorno e questo potrebbe spiegare il motivo per cui il caffè è stato a lungo collegato a una salute migliore. Nonostante questo, il lavoro ha riscontrato anche aspetti negativi: la ricerca ha infatti dimostrato che le persone perdevano in media 36 minuti di sonno notturno nei giorni in cui consumavano caffè e più ne bevevano, meno dormivano.
Gli effetti del caffè sulla salute sono piuttosto complessi. Per alcune persone il caffè è benefico e può ridurre il rischio di malattie croniche, per altri la bevanda può disturbare il sonno e causare palpitazioni. “La verità è che il caffè non è per tutti buono o per tutti cattivo, gli effetti sono differenti per ognuno di noi“, spiega Gregory M. Marcus, autore dello studio e professore di cardiologia all’Università della California a San Francisco.
“In generale questo lavoro conferma che il consumo di caffè è quasi certamente sicuro, ma le persone devono sapere che sono possibili effetti fisiologici reali e misurabili e dovrebbero essere capaci di riconoscerli. A seconda del singolo individuo questi effetti possono essere dannosi o utili“, aggiunge. “È chiaro che se la quantità di caffeina che viene ingerita è elevata – conferma Claudio Tondo, direttore del Dipartimento di Aritmologia del Centro Cardiologico Monzino di Milano – è naturale che a chiunque vengano le palpitazioni, per questo la parola d’ordine è: moderazione“.